Tecnologia salva-ciclisti sulle auto di nuova generazione: un esempio dalla Audi A8

La guida autonoma, locuzione che sino a pochi anni fa sarebbe risultata oscura, è oggi una presenza quotidiana quando si parla di novità automobilistiche. Non ancora diffusa nell’uso comune, molte delle sue avvisaglie tecnologiche iniziano a fare capolino sulle vetture di serie: una di queste proteggerà, ad esempio, proprio i ciclisti.

 

Occhio alla portiera

Le vetture di lusso già oggi dispongono di sensori che monitorano la distanza dai veicoli che ci precedono o seguono e sono svariati gli esempi che si potrebbero fare di auto che adottano sistemi di frenata assistita o, addirittura, automatica in caso di ostacoli improvvisi.

Per i più distratti, però, è in arrivo una chicca che farà contenti soprattutto i ciclisti.

A chi non è mai capitato di aprire istintivamente la portiera per scendere dall’abitacolo e di rischiare di “abbattere” un ciclista o un motociclista cui non si era prestata la minima attenzione?

Bene, da oggi molte auto potrebbero prevenire episodi come questo avvisandovi per tempo.

Una telecamera, un avvisatore luminoso sullo specchietto retrovisore ed uno all’interno dell’abitacolo: occhio, prima di aprire la portiera occorre lasciar passare che sopraggiunge.

Se siete troppo irruenti, nessun problema: se l’occhio elettronico coglie il pericolo di dare una sportellata in faccia ad un malcapitato ciclista, ritarda l’apertura della portiera di un secondo.

Poco, pochissimo, ma quanto basta per evitare una rovinosa caduta.

Una bella idea: probabilmente il sistema sarà adottato da più Case automobilistiche e per adesso la prima a farsene vanto è Audi, che lo fornirà sulla nuova A8.

Bimbi sulle due ruote: tutti i benefici della bicicletta

BENEFICI DELLA BICICLETTA

Un’attività fisica salutare e non logorante, un mezzo di trasporto non inquinante che permette un maggior contatto con la natura, un toccasana anche per l’umore. E non è mai troppo presto per iniziare: è bene educare fin da piccoli i nostri bambini ad amare la bicicletta.

BAMBINI E BICICLETTA

Ai bambini pedalare fa particolarmente bene, per una serie di motivi: primo perché è un tipo di attività fisica che non affatica le articolazioni, molto delicate in fase di crescita, secondo perché facendo moto si rafforza il sistema immunitario e cardio-vascolare, ma migliora anche la capacità respiratoria. Andare in bicicletta aiuta poi i ragazzi a crescere tenendo una postura corretta e sviluppando anche prontezza di riflessi, agilità, senso dell’equilibrio, della velocità e delle distanze. Numerose poi anche le implicazioni psicologiche: la bici per il bambino rappresenta a tutti gli effetti il primo mezzo di trasporto che può “portare” da solo, e questa consapevolezza acuisce il suo senso di responsabilità (nelle prime uscite con i genitori impara l’attenzione e le regole della strada) e la sua autostima, data da una maggior autonomia e dalle maggiori possibilità di socializzazione.

A CHE ETA’ SI INIZIA A PEDALARE?

Quando il bimbo supera i 2 anni si può già iniziare a fargli usare il velocipede, la biciclettina senza pedali; in questo modo il bambino, oltre a divertirsi moltissimo, impara presto a stare in equilibrio e a controllare un mezzo a due ruote. Il passo successivo è la bici con le rotelle, che saranno loro stessi a chiedervi di togliere quando si sentiranno pronti ad imparare: entro i 6 anni di solito sono ormai tutti “svezzati”, ma chi avrà usato il velocipede potrebbe farcela già a 4 anni (anche se per questa età meglio continuare per un po’ a farli andare con le rotelle). Per ridurre al minimo i cambi di bici, verso i 7 anni si può passare a ruote da 20 pollici, per poi arrivare direttamente alla 26. Teniamo presente però che è sempre meglio una bici più piccola che una troppo grande, per facilitarli nella guidabilità e nella sicurezza.

Ultimi due accorgimenti, evitate bici con il cambio e fate sempre indossare il casco: sì al casco per abituarli alle buone pratiche, no al cambio perché nelle bici da bambini sono spesso di bassa qualità e soprattutto non servono ai giovani ciclisti.


‘‘Occhio alle 2 ruote”: nuova campagna per la sicurezza stradale promossa da Confindustria Ancma

Anche se si registra una diminuzione degli incidenti, bisogna fare di più per la sicurezza stradale. Occhio alle 2 ruote è il nome della nuova campagna per la sicurezza stradale promossa da Confindustria Ancma(Associazione nazionale produttori ciclo moto e accessori) in collaborazione con Fondazione Italiana per le 2 ruote, col patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasportie del Comune di Milano.

La campagna si propone di aumentare il livello di attenzione nei confronti degli utenti dei veicoli a 2 ruote (bici, scooter e moto), da parte dei conducenti degli altri veicoli.

In occasione della presentazione, avvenuta lo scorso 6 ottobre a Palazzo Marino, l’assessore alla Mobilità e Ambiente Pierfrancesco Maran ha ringraziato Ancma per l’attenzione dedicata alle utenze deboli, un ambito ritenuto prioritario per il Comune di Milano.

A breve sarà diffuso, sulle reti nazionali e sui canali social, il video appositamente realizzato per la campagna di sensibilizzazione, già disponibile su youtube.

Con la collaborazione dei gestori del car sharing attivi a Milano e Città Metropolitana (Car2Go, Enjoy, E-Vai, GuidaMi, Twist e Share’nGo), oltre che della società MyTaxi saranno apposte sui vetri dei veicoli, adesivi che ricorderanno a guidatori e passeggeri di prestare attenzione alla presenza di veicoli a 2 ruote prima di aprire la portiera delle auto.

 vetro bici

Da studi effettuati dal Maids (Motorcycles Accidents In-Depth Study) nel 70% dei casi, la causa primaria dell’incidente è l’errore umano del conducente dell’altro veicolo, a causa della mancanza di percezione del mezzo a due ruote.

Con un minimo di attenzione in più verso i veicoli a 2 ruote è possibile ridurre gli incidenti, per questo Ancma è impegnata da tempo sul fronte della sicurezza stradale, che ritiene una priorità per tutti gli utenti della strada.

Il tema della sicurezza stradale sarà al centro dell’Area Sicurezza che Ancma allestirà per l’Esposizione Mondiale del Motociclismo Eicma che si svolgerà a Milano dal 17 al 22 novembre prossimi.

Disponibile un sito Web dedicato con informazioni sulla iniziativa, norme di sicurezza del codice della strada, consigli e approfondimenti. Infine grazie all’hashtag #occhioalle2ruote sarà possibile seguire la campagna sulla pagina Facebook e sui canali social.

Articolo pubblicato su bicitech.it

Bikenbike, bike tour e viaggi in bici: l’idea che mancava

Da qualche mese è sbarcata sul web Bikenbike, un’innovativa piattaforma dedicata ai viaggi e alle escursioni in bici. Un sito interamente riservato agli appassionati di cicloturismo e a tutte le guide, associazioni, bike hotel o tour operator, impegnati in questo settore.
L’obiettivo della piattaforma è di mettere in contatto domanda e offerta, ossia chi organizza bike tour con chi cerca compagni di viaggio per partire in bici, offrendo proposte originali e alternative al solito giro.

Bikenbike nasce da un’idea di Matilde Atorino, CEO e Founder, appassionata di bici, e dalla sua esigenza, come cicloturista, di trovare proposte di viaggio fuori dai soliti percorsi e nuovi compagni di pedalata con cui condividere la strada.
Una volta iscritti sul sito (l’iscrizione è gratuita e lo sarà sempre) l’utente può scegliere tra diverse proposte di tour operator o guide cicloturistiche su tutto il territorio nazionale, oppure proporre la propria idea di bike tour alla community (che sia un’escursione di un giorno oppure un viaggio in bici di più giorni) in cerca di nuovi amici e compagni di avventura. Grazie alla possibilità di selezionare il tipo di bici e il grado di difficoltà del percorso, ogni ciclista, dal neofita delle due ruote al ciclista più allenato, potrà trovare il bike tour più adatto alle proprie esigenze.

Da oggi, per trovare l’itinerario in bici che fa al caso vostro, non sarà più necessario navigare su diversi siti: basterà andare su Bikenbike per scegliere da una selezione dei migliori bike tour sul territorio.
E non solo, finalmente anche gli appassionati non professionisti avranno un luogo virtuale dove trovare nuovi compagni di viaggio, proponendo il loro tour e condividendo la loro passione con gli altri utenti. Il tutto (e non guasta) con l’opportunità di guadagnare piccole somme facendo ciò che più amano.

Il futuro sembra sempre più roseo per il cicloturismo e Bikenbike spera di contribuire al suo sviluppo su tutto il territorio e non solo. Infatti nel prossimo futuro sarà disponibile anche un’APP dedicata e la piattaforma si aprirà anche al mercato estero, includendo tra le sue offerte, proposte di escursioni e viaggi in bici in tutta Europa.

Articolo pubblicato su Bikeitalia.it

Nasce Shike, il servizio di bike sharing senza stazioni

Al giorno d’oggi, nonostante la vastità della proposta, le alternative all’uso della macchina per muoversi all’interno di città di dimensioni medio-grandi sono spesso complesse e quindi poco accessibili da parte dei fruitori.

Shike”, progetto lanciato da Mug Studio s.r.l., permette la condivisione della propria bicicletta senza stazioni o infrastrutture, semplicemente grazie all’utilizzo di lucchetti “smart” dotati di gps e sensori ambientali integrati.

Il progetto che intende promuovere nuove forme di mobilità sostenibile e facilitare allo stesso tempo l’accesso ai servizi di bike sharing all’interno delle città di medio-grandi dimensioni è stato recentemente lanciato tramite una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Eppela ed è stato selezionato dalla call di Nastro Azzurro.

I dati del 2016 di osservatoriosharingmobility.it dimostrano che esiste un mercato florido con oltre 200 città nelle quali è attivo un servizio di bike sharing e dove vivono circa 13 milioni di italiani. “Shike” si inserisce in questo mercato e ne crea uno nuovo, rivoluzionando i classici servizi di bike sharing.

Grazie ad un innovativo lucchetto “smart”, con gps e sensori ambientali integrati, Shike elimina le stazioni di parcheggio permettendo nuovi modelli di condivisione del proprio veicolo e gettando le premesse per la creazione del più esteso servizio di bike sharing sul mercato. I sensori integrati nel sistema permettono inoltre di raccogliere dati ambientali e valutare la CO2 risparmiata, incentivando così comportamenti virtuosi.

I beneficiari del servizio sono i privati cittadini che utilizzano la bicicletta per spostamenti quotidiani o soltanto in modo saltuario. Parallelamente la startup intende avviare collaborazioni con enti pubblici e società private.

A metà Settembre 2017 il progetto Shike approda sull’italianissima piattaforma di crowdfunding Eppela e viene selezionato dalla call di Nastro Azzurro: se il progetto raggiungerà il traguardo, ovvero riceverà i 5000 euro di finanziamento richiesti dai suoi due creatori, Nastro Azzurro finanzierà il progetto andando ad aggiungere a sua altri 5000 euro. Mancano ancora 22 giorni alla fine della campagna. Se volete saperne di più o partecipare attivamente al progetto, collegatevi alla pagina web dedicata.

ARTICOLO PUBBLICATO SU BICIMAGAZINE

La triste fine di Ivan Basso è una campagna sulla sicurezza stradale

Nel corso del fine settimana appena trascorso il comune di Gallarate (VA) ha presentato un brevissimo manualetto di buone pratiche per la sicurezza di chi si muove in bicicletta. Le 10 soluzioni proposte sono la solitaaccozzaglia di banalità e luoghi comuni che si incontrano sui social a proposito di chi va in bicicletta e che chiedono comportamenti virtuosi a chi pedala per riuscire a portare a casa la pelle ogni volta.
I 10 consigli sono stati tradotti anche in forma grafica e trasformati in altrettanti cartelli stradali appesi, poi, in giro per la città del varesotto.

Li potete ammirare in tutto il loro splendore qui sotto:

I consigli sono sempre gli stessi: mettiti il casco, renditi visibile, tieni le mani sul manubrio, etc. Ma non mancano neppure alcune perle che esortano a fare attenzione quando si sorpassano le auto o a fare attenzione alle portiere che si aprono all’improvviso, per non parlare alla general generica attenzione alle rotonde, vera passione della pianificazione stradale della provincia lombarda, senza però spiegare come comportarsi in quelle circostanze.

Ma fin qui tutto bene: possiamo derubricare la cosa come un ordinario caso di mancanza di visione della giunta gallaratese (a Gallarate si verifica un morto in bicicletta ogni 75 giorni, 5 all’anno, esattamente come a Milano, ma con una popolazione di 24 volte inferiore) che non è in grado di mettere in relazione cause ed effetti, ma la cosa assume i contorni della farsa nel momento in cui si apprende che i 10 consigli per chi pedala sono stati realizzati con il contributo dell’ex campione di ciclismo Ivan Basso che ha prestato la propria faccia a questa operazione.

A pensar male si potrebbe ipotizzare che Basso possa avere acconsentito a sottoscrivere un decalogo tanto bislacco in cambio di qualche non meglio precisato ritorno, ma poi basta dare un’occhiata alle cronache locali per scorgere poco rassicuranti dichiarazioni da parte dell’ex maglia rosa in cui sostiene cose del tipo “Fare delle piste ciclabili ha un costo non indifferente, […] per questo il primo passo è far andare le persone in bicicletta in strada, facendo loro capire che non è impossibile”. E ancora, “non sono convinto che una città ben servita da corsie ciclopedonali sia una città dove la gente utilizza questo tipo di mezzo di trasporto. Piuttosto, è più vero il contrario, laddove i ciclisti sono numerosi, è giusto fare delle corsie dedicate“.

E quindi ecco a venire a cadere l’ipotesi della malafede che, invece, lascia aperta la strada della semplice ottusitàBasso parla di cose che non conosce e, forte di un palmares che racconta di gambe ben più ossigenate del cervello, dà fiato alla bocca senza essersi curato di conoscere o approfondire un fenomeno tanto complesso come quello della sicurezza stradale.

Perché, parliamoci chiaro, Ivan Basso non è certo un premio nobel.

Ivan Basso è uno di quelli che, mentre i più grandi esperti di sicurezza stradale, urbanistica, ingegneria del traffico e materie affini erano a scuola chini sui libri per mettere insieme conoscenze e competenze, lui passava le giornate in sella fissando il copertoncino della ruota davanti a sè e si inventava modi per sviluppare più watt possibili, per migliorare la velocità ascensionale media e spingere forte sui pedali per arrivare a braccia alzate davanti al traguardo.

Ivan Basso è uno che, mentre i suoi coetanei che oggi si occupano di pianificazione viaria si confrontavano con le più avanzate teorie di psicologia del traffico e ragionavano in termini di velocità strutturale delle infrastrutture, cercava di raggranellare 70 mila euro per pagare Fuentes, il Dottor Doping, per riuscire a vincere il Tour de France e che per questo si è beccato una squalifica di 2 anni.

Insomma, Ivan Basso è una persona con un fisico e una volontà straordinari, ma è anche una persona che ha dimostrato in più di un’occasione di avere qualche problema di giudizio nel riuscire a distinguere cosa è bene e cosa no e che, dopo essersi fatto abbindolare dalle cattive compagnie, oggi si lascia strumentalizzare da miopi politici di provincia a caccia di legittimazione e visibilità.

Fa veramente una tristezza infinita vedere un così grande campione precipitare in pochi anni dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport a una paginetta interna di un quotidiano della Provincia di Varese. Ma un grande campione lo si riconosce  da come vince, da come perde e da come si comporta una volta ritiratosi dalle corse: c’è chi fonda aziende di bici, c’è chi apre negozi, chi presta il proprio volto per attività di beneficenza, c’è chi si mette a produrre vino e chi finisce a fare il bimbominkia da social media.

E chissà quale delle 10 perle inanellate da Ivan Basso avrebbero potuto salvare la vita di Michele Scarponi, scomparso lo scorso aprile.

Articolo scritto da Paolo Pinzuti per bikeitalia.it